È dagli anni Sessanta che sono state introdotte diffusamente in Italia classi miste per maschi e femmine, con un provvedimento volto al colmare il profondo divario di genere nell’accesso ai percorsi di istruzione. La riforma scolastica della “scuola media unificata” (1963), in particolare, che non distingue più tra percorsi di istruzione e percorsi di avviamento al lavoro, ha segnato l’apertura delle classi alle ragazze, che fino al dopoguerra erano per il 15% analfabete.
Se oggi le donne hanno raggiunto diffusamente pari livello di istruzione degli uomini, le sfide rispetto al pieno riconoscimento della parità di genere dentro il contesto scolastico sono ancora elevate.
La parola “mixité” che non ha un equivalente in lingua italiana, indica originariamente la presenza in un dato contesto di maschi e femmine, come aspetto di risorsa ma anche di sfida: da gestire e coltivare attraverso adeguati strumenti culturali ed educativi.
A partire da queste riflessioni, ci si focalizzerà sulle strategie per identificare le potenzialità cognitive di bambine e bambini, secondo una prospettiva legata alla dimensione di genere. Allo stato attuale, gli studi su cosa vivano la propria condizione bambine e bambini, ragazze e ragazzi definiti in letteratura “gifted" è ancora molto poco studiato. Complesso risulta per insegnanti, educatori, famiglie saper distinguere in modo chiaro i tratti che caratterizzano questa condizione e, ancora più complesso, è saper poi adottare strategie che consentano di saperne valorizzare i specifici tratti.
Il corso di suddivide in quattro moduli: